THURSDAY IN BOOKS #1

Hello readers! Oggi inauguriamo una nuova rubrica che vedrà come protagonista Paolo Costa, traduttore di libri e neo scrittore (a settembre ci saranno molte novità libresche, perciò correte sul suo profilo). Si tratta di "THURSDAY IN BOOKS".
E la presentazione la lascio al nostro caro Paolo, un amico speciale❤
Ciao a tutti, readers e book bloggers!
Mi chiamo Paolo e sono un giovane autore di romanzi (da settembre troverete in libreria "Puoi Sentire la Notte?", il mio young adult d'esordio) ma anche un traduttore con già all'attivo diverse saghe e collaborazioni con autori stranieri.
Grazie alla disponibilità della nostra meravigliosa Clary, oggi inauguro un angolino tutto mio su questo blog. Ogni giovedì, per le prossime settimane, intavolerò una lunga discussione con voi sulla narrativa per ragazzi, sulla letteratura in generale e sugli adattamenti cinematografici dei libri che abbiamo amato di più.
Leggerete le mie considerazioni, i miei pensieri, a volte anche le mie piccolissime recensioni. Poi starà a voi commentare, mettervi in gioco, rispondermi e farmi capire qual è il vostro punto di vista, che io prenderò e farò mio molto volentieri!
Data questa piccolissima introduzione, penso sia l'ora di iniziare senza perdere altro tempo.
Che dirvi? Buona lettura e buon divertimento!
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Corre l'anno 207, arrivato alla sua piena metà, e l'ultimo romanzo Young Adult che giunge nelle nostre sale cinematografiche è “Nerve, trasposizione dell'omonimo thriller psicologico che tratta l'argomento, attuale più che mai, dei social media e della voglia di piacere a chi ci sta attorno.
Tanti sono stati i tentativi falliti di portare sullo schermo il “franchise perfetto” da rifilare al giovane pubblico per gli anni a seguire.
Lo scorso anno siamo passati da “La Quinta Onda”, primo capitolo di una trilogia e tentativo quasi fallito (rantoliamo ancora nel buio riguardo l'uscita del seguito “Il Mare Infinito”) di iniziare una nuova saga cinematografica per adolescenti, e non ancora pienamente soddisfatti, poco più di un mese dopo ci arriva il terzo capitolo della saga Divergent: “Allegiant”, prima parte di quello che sarebbe dovuto essere il gran finale, con l'uscita di “Ascendant” l'anno dopo.
Inutile dire che non è andata esattamente così. Già dopo il secondo capitolo, la saga che tutti hanno adorato ha cominciato a perdere incassi, riducendosi ad un terzo capitolo poco più che discreto e con incassi ancora minori, che non hanno portato ad un finale per la saga.
Due anni prima, eravamo tutti reduci dal finale esplosivo della tetralogia Hunger Games e, consapevoli del fatto che le uniche due saghe cinematografiche rimaste avrebbero raggiunto presto la propria fine (anche la serie Maze Runner è ancora in fase di stallocon l'uscita del terzo e ultimo capitolo “La Rivelazione”), ogni casa produttrice di Hollywood ha disperatamente cercato il prossimo, grande successo capace di adescare sempre più adolescenti e nuove generazioni.
Cosa non funziona, allora? 
Se un romanzo straordinario come “La Quinta Onda” si trasforma in un flop cinematografico, c'è da chiederselo veramente. Potranno le prossime trasposizioni risollevare l'audience e accontentare il pubblico?
È rimasta un po' di speranza per un genere narrativo che ha ancora tanto da trasmettere ai giovani?
Da avido lettore, la mia risposta è “SÌ”. 
Assolutamente sì, ma con le giuste condizioni.

Abbiamo assistito alle avventure (e disavventure) di giovani guerriere: da Katniss Everdeen a Beatrice Prior, simili tra loro perché mosse da un amore incondizionato e dalla voglia di mettere al sicuro la propria famiglia e il proprio mondo. Come se non bastasse, le nostre eroine sono state subito seguite dall'arrivo di Teresa Agnes, unico personaggio femminile ne “Il Labirinto”, e precedute dalle famose figure di Hermione Granger e Isabella Swan.
Ma cosa le accomuna, in fondo? E cosa le differenzia?
Chi è davvero la fanciulla meritevole di un così grande successo mondiale?
E perché personaggi come Clary Fray(Shadowhunters), Annabeth Chase (Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo) e Cassie Sullivan (La Quinta Onda) non sono riuscite a raggiungere il pubblico?
La risposta sembra semplice, ma richiede un'attenta spiegazione: il carattere dei personaggi è surreale, fin troppo fittizio, così come l'aspetto fisico impeccabile che non rispecchia assolutamente le adolescenti più comuni.
Mi spiego meglio.
Quante volte ci siamo ritrovati a dire: “cavolo, quanto vorrei essere come lei”?
E quante volte, invece, abbiamo detto: “adoro quel personaggio, è proprio come me!
Bisogna essere onesti. Sono maggiori le occasioni in cui desideriamo di essere diversi, piuttosto che i momenti in cui ci sentiamo totalmente in sintonia con un personaggio, talmente tanto da provare quasi le stesse emozioni, durante la lettura.

Personalmente, ho avuto la fortuna di incappare in personaggi molto simili a me, con cui sono entrato in sintonia e in cui mi rispecchiavo (quasi) totalmente.
È il caso di Tris/Beatrice, personaggio che ho trovato decisamente reale, e che purtroppo al cinema ha perso un sacco di personalità, se non fosse per la scelta azzeccata di Shailene Woodley come prestavolto.
La Beatrice dei romanzi è una normale ragazza di sedici anni dall'aspetto del tutto comune e trasandato, con una personalità tipica adolescenziale: a tratti egoista, a tratti fragile, con grande amore e devozione per la propria famiglia e con la paura di fare del male a qualcuno, vivendo poi un vero e proprio trauma quando questo succede (noi tutti lettori ricordiamo il trauma subito dalla protagonista alla fine del primo romanzo e che prosegue per tutta la trilogia).

Al contrario, non ho avuto la stessa fortuna conKatniss Everdeen, un personaggio che è riuscito a suscitare un minimo di interesse in me solo grazie alle abilità espressive di Jennifer Lawrence, la giovane attrice che per quattro film ha prestato il volto al personaggio.
Ho avuto un rapporto conflittuale con Katniss subito dopo il primo libro, dal momento che per tutta la trilogia non sono riuscito a trovare un minimo di spessore o di realtà in lei. Katniss ha sedici anni, e il mondo in cui vive è spietato e crudele. Eppure lei se la cava. Non so come riesca, ma se la cava senza pentirsi di nulla: uccide, caccia, mente, illude, aggredisce, ha una mentalità calcolatrice ed è priva di sentimenti.
E tutti, almeno una volta, l'abbiamo vista come un modello a cui ispirarci.
Ne siamo sicuri? Sono proprio questi i modelli da invidiare?
Penso proprio che, se tutte le ragazze iniziassero ad essere come Katniss, dovremmo darci tutti alla fuga. Maschi e femmine, genitori e figli, bambini e bambine. Non si sa mai chi potrebbe essere il primo “Tributo” ucciso a sangue freddo.

E che dire dei personaggi che abbiamo dimenticato, o che ci sono sconosciuti?
La narrativa Young Adult, si sa, è un mondo troppo ampio per essere racchiuso nelle umili considerazioni di un lettore appassionato. Eppure ci sono tanti personaggi che non dovrebbero essere dimenticati, o peggio ancora, lasciati sugli scaffali.
Possiamo parlare di Mare Barrow, l'originale e splendida protagonista della tetralogia di “Regina Rossa”; oppure Sloane, la protagonista della duologia “The Program”, pronta a tutto pur di preservare la propria umanità racchiusa nell'importanza dei suoi ricordi.
Ma se dobbiamo trattare di personaggi abbandonati e trattati male dai propri lettori e dai registi delle rispettive trasposizioni, questo è il caso di Clary Fray, la quindicenne protagonista della sagaShadowhunters, che ha avuto ben due casting: Lily Collins per il cinema e Katherine McNamara per la televisione.
Mi duole dirlo, ma nessuna delle due giovani attrici è riuscita a rendere su schermo la vera essenza di un personaggio che, mi permetto di dirlo, è il più coerente e fedele alla realtà che abbia mai conosciuto.
Clarissa è una ragazza debole, insicura, goffa, con una folta massa di ricci rossi e il corpo punteggiato da lentiggini. Bassa e paffuta, ha un carattere testardo e una grande ironia, che però viene messa di lato quando si tratta di interagire con ragazzi carini. Lei stessa cercherò poi di essere carina, di curare l'abbigliamento, e col tempo diventa sempre più sicura e forte, imparando a perdonare le persone che l'hanno ferita (perché, come tutte le adolescenti, viene delusa e non riesce ad affrontarlo) e amando per la prima volta.
A questo punto, perché scegliere due attrici dall'aspetto impeccabile per dare vita ad un personaggio che, nel bene e nel male, ha aiutato un vasto gruppo di adolescenti a sentirsi “normali”?

Un altro personaggio sottovalutato e messo da parte è Annabeth Chase, la vispa figlia di Athena che fa da spalla a Percy Jackson.
Conosciamo Annabeth da quando aveva dodici anni, un'età abbastanza difficile per tutti. Annabeth è una bambina arrabbiata, che porta rancore alla propria famiglia e sente il Campo Mezzosangue come la sua vera casa, essendo cresciuta lì. Cresce come una comune adolescente, pur essendo stata catapultata in un mondo pericoloso e difficile, e non sempre riesce ad affrontare tutte le difficoltà. È impacciata quando serve, ma sceglie di non darlo a vedere perché ci tiene a non essere sottovalutata. È un vero peperino, soprattutto nei primi anni di pubertà.
Nelle due trasposizioni cinematografiche (penose) è stata distrutta in maniera brutale, dandole zero personalità e rendendola anonima a molti. E i film sono stati un vero e proprio flop, del tutto meritato.

Quasi uguali sono le situazioni di due personaggi letterari decisamente diversi tra loro: Bella Swan, la famosissima neo-vampira di Twilight, e Cassie Sullivan, sopravvissuta all'attacco degli alieni ne La Quinta Onda.
Entrambe normalissime adolescenti, insicure, ma costrette a prendere scelte difficili e scomode, soprattutto per le situazioni in cui incappano.
Eppure nelle rispettive trasposizioni cinematografiche diventano quanto di peggio ci possa essere: due semplici ragazze innamorate, che fanno tutto per amore, e nient'altro.
Ma se con Twilight la storia d'amore surreale ha funzionato, la storia ripetuta e monotona non funziona due volte e il pubblico lo sa bene, e per questo La Quinta Onda è diventato un flop assurdo.

Vogliamo infine parlare dei personaggi che non hanno più trovato la propria strada sugli scaffali italiani e nel cuore dei lettori?
È il caso che io citi uno dei personaggi che più ho amato negli ultimi mesi: Blue Sargent, del Raven Cycle, una saga interrotta al secondo volume in Italia e destinata a diventare una serie TV il prossimo anno per Syfy.
Blue ha diciassette anni, una personalità del tutto cinica e come tutte le ragazze della sua età, sogna di girare il mondo e lasciare la città in cui è cresciuta e in cui cerca di sopravvivere, lavorando in un ristorante e odiando i ragazzi ricchi e spacconi che ogni giorno le danno ordini e girano con le loro automobili di lusso.
Nel personaggio di Blue Sargent ho trovato tanta psicologia e tanta forza, pur essendo una ragazza sensibile e stanca delle situazioni a cui va incontro, soprattutto la tristezza di non poter stare con il ragazzo che ama, e che è destinato a morire per mano sua.
Pur vivendo in un contesto totalmente fantastico, Blue è una ragazza comune, abbastanza semplice e per questo è facile amarla ed affezionarsi a lei.
Ma nessuno la conosce, e nessuno conosce la saga da cui proviene, che viene spesso definita “difficile” e “fuori dagli schemi”, ma che per me resterà sempre la saga migliore e la più completa che abbia mai letto finora.

Che altro dire a questo punto?
Quello che non va nelle trasposizioni degli ultimi anni è la quasi totale assenza di un tratto psicologico nei personaggi, qualcosa che richiami l'attenzione del pubblico, che li faccia sentire un tutt'uno con ciò che vedono, come accade nei libri.
Potrà esserci ancora un speranza per il cinema Young Adult, a patto che si scelga di trattare i personaggi per quello che sono veramente: una fedele trasposizione della realtà, dell'adolescenza.
I romanzi, e i film da essi tratti, devono fare sentire a proprio agio l'adolescente che li legge/guarda. Non sono i ragazzi che devono adattarsi ad essi, odiando sé stessi per il desiderio di essere qualcun altro, un personaggio impossibile.
La letteratura, così come il cinema, deve entrare dentro il pubblico e trascinarlo emotivamente, ed io spero vivamente che possa essere così in futuro.
Riponiamo fiducia nelle prossime trasposizioni, e aspettiamo con ansia di scoprirne gli esiti.
P.S: vi faccio una lista di prossime trasposizioni per cui incrociare le dita già da subito:“Noi siamo tutto”, in uscita a Settembre;
“Wonder”, prodotto dalla Lionsgate;
Tutte le volte che ho scritto ti amo”, già in fase di produzione;
Non so chi sei ma io sono qui”, con il cast già al completo;
Inoltre, le saghe di “Shatter Me” e “Il Trono di Ghiaccio” diventeranno delle serie TV, una per la ABC e l'altra per Hulu.



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Paolo Costa
Self-published Author & Italian Translator

RINGRAZIO DI CUORE PAOLO E CI VEDIAMO IL PROSSIMO GIOVEDÌ CON UN ALTRO SUPER ARTICOLO!! NON MANCATE! Se avete dei temi da proporre, commentate qui sotto!!

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